CC recuperano reliquia di Sant'Alfonso trafugata da Sant'Agata nel '97

da Gazzetta BN
Sono oltre 200 i beni, in prevalenza di natura sacra, rinvenuti e sequestrati a Roma dai Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale, nel contesto di un'attività investigativa, che ha interessato il centro-sud, finalizzata a contrastare il traffico illecito di opere d'arte, sottratte al patrimonio culturale ecclesiastico italiano.
 L'indagine, è iniziata qualche mese addietro, con servizi di appostamento e pedinamento eseguiti presso il mercato domenicale di Porta Portese, nelle primissime ore del mattino. A quell'ora, infatti, girano tra i banchi, ancora in fase di allestimento, collezionisti bramosi di accaparrarsi la prima scelta della merce in vendita, spinti da costi irrisori ed a volte non curanti della rischiosa provenienza. Proprio concentrando l'attenzione su alcuni venditori, noti per pregresse vicende giudiziarie, i Carabinieri hanno individuato un assiduo frequentatore del mercato, acquirente di argenti sacri, libri antichi e marmi settecenteschi, questi ultimi costituenti parti di altari napoletani completamente smontati, a volte trasportati a bordo di taxi, a volte recapitati direttamente a casa dai venditori. Perquisita l'abitazione del collezionista, i militari hanno rinvenuto e sequestrato centinaia di beni d'arte sacra, collocati ovunque che, per quantità e qualità, potevano far invidia ad un ricco museo diocesano. La refurtiva, il cui valore commerciale è stato stimato in oltre 1 milione di euro, è composta in gran parte da argenti sacri (calici, crocifissi, reliquiari, ostensori, navicelle, candelabri, corone, aureole, di epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo), dipinti del XVII e XVIII secolo, statue di Santi, Madonne e putti, parti di altare in marmo, libri antichi del XVII secolo, libri copti del XIII, XIV e XV secolo, nonché reperti archeologici e marmi di età imperiale. A conclusione degli accertamenti, svolti tramite la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, ma anche grazie alla collaborazione dell'Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della Cei e di alcuni Uffici Diocesani dei Beni Culturali, gli oggetti sequestrati sono stati individuati come provento di 40 furti, consumati nell'ultimo trentennio (tra il 1977 ed il 2007) in chiese, cattedrali, seminari vescovili, conventi, collegi, biblioteche e private abitazioni di Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Umbria, Toscana e Marche. Tra le opere recuperate, anche quattro reliquiari in argento e oro di grande pregio artistico, tutti del XVII sec., di cui due a forma di ciborio e due a forma di ostensorio-tempio, recanti l'iscrizione "Ioes - Dom - Giannelli - F.F. Anno Dni 1628" (Domenico Giannelli era un canonico del Duomo di Sant'Agata nella prima metà del '600) e contenenti l'incisione dello stemma del vescovo Ettore Diotallevi (Sant'Agata dei Goti 1608-1635).  Uno di essi conteneva una importante reliquia di Sant’Alfonso Maria dè Liguori (1696-1787), vescovo di Sant'Agata dei Goti dal 1762 al 1775 e dottore della Chiesa.  Il tutto risultato trafugato nel 1997 dal Duomo di Sant'Agata dei Goti. Al temine dell'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, il collezionista, un 60enne professore di Storia dell'Arte in pensione, con abitazione nel centro storico di Roma, è stato deferito a piede libero, unitamente ad altre quattro persone, risultati essere i principali venditori della refurtiva. Sono tuttora in corso accertamenti finalizzati ad individuare ulteriori fornitori del collezionista ed a stabilire nuovi canali di smistamento della refurtiva mancante dai numerosi furti scoperti, magari presso altri insospettabili acquirenti.

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