OSPEDALE SANT'AGATA- Rossi, Regione matrigna.


Convegno sull' ospedale di Sant' Agata dei Goti, scarsa partecipazione popolare. Scetticismo nei confronti della politica o rassegnazione circa le sorti del Sant' Alfonso?
Probabilmente un pizzico di tutti e due. Si sono alternati - venendo ai contenuti dell' incontro odierno - sul banco dei relatori, rappresentanti della Cgil, il locale sindaco - Carmine Valentino - ed il direttore generale, Michele Rossi. 'Notevoli' alcune affermazioni di tale ultimo, come quelle in cui definisce Benevento come 'cenerentola della Campania' o, ancora, allorquando francobolla la Regione come 'matrigna'. Da quanto esposto oggi, in ogni caso, emerge univoco il problema madre: quello della carenza di risorse umane,  medici ed infermieri che siano. Mancando loro  - con particolare riferimento alla figura di tre anestesisti - non è possibile, tra le altre, per esiguità di personale - inaugurare il reparto di rianimazione. E, senza di esso, tutti i reparti non lavorano in modo sereno e - mettendoci dalla prospettiva della gente -  anche un potenziale paziente che deve sottoporsi al più banale degli interventi, tenderà a recarsi, piuttosto, in una struttura attrezzata per fronteggiare qualsiasi evenienza. Chiamasi istinto di sopravvivenza. Bisogna far arrivare, quindi, nuovo personale medico. Come, però, se vi è blocco di assunzioni e di mobilità? Bella domanda, manca la risposta. O, almeno, ci sarebbe ma, a quanto dicono i relatori di oggi, la Regione pare non sentirci tanto da quell' orecchio. Occorrerebbe, per dirla breve, una deroga alla normativa generale che consenta l' afflusso di nuovo personale. In mancanza di questo è difficile occupare tutti e 100 i letti; il personale disponibile può sforzarsi quando vuole nella direzione della 'produzione', ma vi è un limite umano che non si può valicare onde non incorrere in rischi per il paziente determinati dalla fisiologica stanchezza. 100 posti letto; i limite oltre il quale non scendere onde non rischiare declassamenti ed anticamere di chiusura. Sotto i 100 ci siamo già. Questi sono i problemi: importanti e da risolvere in tempi celeri. Il dirigente Rossi invita il personale a fare ulteriori sforzi per produrre ancora di più in termini di posti letto occupati; d' altro canto, però, lo stesso bussa e forte alle porte della Regione reclamando maggiore attenzione per il nosocomio santagatese. Un ultimo riferimento il direttore generale lo ha riservato a Cerreto: quel genere di ospedale va chiuso. Intendendosi per 'quel genere' tutti gli ospedali ove si lavori poco. Il problema - dice Rossi - è che con Cerreto ne andavano chiusi altri in tutta la Campania. Cosa non avvenuta. Venendo al Sant' Alfonso, urge mettere in campo quelle medesime compattezza ed unità di intenti in seno a politica e società che consentìrono - due anni or sono -  l' apertura dell struttura. Astenersi, quindi, perditempo e quanti si riempiono la bocca di belle parole - quali tutela della salute pubblica e diritti della gente - mirando, invece, esclusivamente ad impallinare l' avversario politico. 

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