SANT'AGATA DEI GOTI- 'Coltivatori diretti'..fatti a pezzi


Giuseppe Fortunato- da Il Sannio Quotidiano - 

E’ allarme tra utenza e dipendenti della sede distrettuale di Sant’ Agata dei Goti. Il problema risiede nel fatto che molte – quasi la totalità – delle prestazioni afferenti la struttura dei – cosiddetti – ‘Coltivatori diretti’ dovrebbero essere delocalizzate nella nuova struttura ospedaliera di località San Pietro.

Questo nuovo assetto di servizi è ad oggetto di una nota emanata dal direttore Rossi, la quale nota rende noto come – con decorrenza 1 agosto – verranno trasferiti nella sede del nuovo presidio tutte le attività specialistiche ambulatoriali, il CUP, la esenzione ticket nonché il servizio di scelta/revoca medico. Allo stato, quindi, nella vecchia sede di via Starza rimarrebbero i servizi di riabilitazione, quello di assistenza protesica e la medicina legale – già presente, essendo stata ridimensionata, per due soli giorni a settimana – il consultorio ed il centro vaccinale.  Il problema – come evidenziatoci dagli inservienti dei ‘Coltivatori diretti’ – risiede nel fatto che i servizi enunciati sono strettamente interdipendenti tra loro. Vale a dire che determinati percorsi ambulatoriali – per essere esauriti -  necessitano di svariate tappe che, fino ad oggi, potevano essere esaurite tutte all’ interno dell’ attuale struttura. Servizi – a titolo esemplare – come quello riabilitativo, pretendono una forte interazione con l’ ambito specialistico. Lo spezzettamento tra le due sedi determinerebbe, pertanto, un profondo disagio per l’ utenza costretta ad un andirivieni tra il plesso di località San Pietro e quello di Sant’ Agata centro. Sedi – tra di loro - distanti diversi chilometri. A questo punto, si aprirebbe un problema nel problema. Quello, cioè, di dotare – quanto meno – la cittadinanza di un servizio gratuito di navetta atto a  coprire il dislocamento di servizi. I dipendenti santagatesi – ci riferiscono - avrebbero compreso maggiorrnente  un trasferimento in blocco dei servizi nel nuovo presidio: la separazione di prestazioni, invece, viene vista come possibile causa di ‘indebolimento’ degli stessi. Alla fin fine – come ci pare di comprendere -  lo spauracchio di operatori e cittadini è quello di un trasferimento delle prestazioni residue nei ‘Coltivatori diretti’ addirittura a Montesarchio. Ribadiamo come il bacino di utenza che gode dei servizi ambulatoriali santagatesi sfiora le 18- 20.000 unità. Un riferimento prezioso, quindi, anche per i cittadini di Frasso Telesino, Dugenta e Durazzano. Un filtro di fondamentale importanza utile a sgravare il lavoro dei presidi ospedalieri. Ed, in effetti, la legislazione degli ultimi venti anni è tesa proprio nella direzione di rafforzare e potenziare l’ assistenza territoriale riservando l’ opzione del ricovero quale ultima istanza. Dai principi del mese di agosto - concludendo – a Sant’ Agata dei Goti sarà tempo di forzati traslochi. 

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