ARPAIA- Fucci "Solo 1/3 dei cittadini ha voluto D'Ambrosio"


Giuseppe Fortunato  da 'Il Sannio Quotidiano'
Una parentesi nell’ impero D’Ambrosio. Quella, cioè, rappresentata dal quinquennio di  Pasquale Fucci, vertice cittadino tra il 2007 ed il 2012.
L’ unico in grado di interrompere tre lustri di ininterrotto predominio del suo predecessore e successore. Sotto la sua consiliatura, però, il neo della dichiarazione di dissesto intervenuta nel 2008. Un atto che, ovviamente, ha pesantemente condizionato l’ evolversi della sua gestione e che, altrettanto ovviamente, non è giusto – né etico -  caricare nel faldone esclusivo delle sue responsabilità. “Qualcuno” – esordisco – “le attribuisce la colpa di una affrettata dichiarazione di dissesto. Dice – in merito - che avrebbe potuto ‘temporeggiare”. “La pronuncia di dissesto” – la replica – “è giunta a maggio 2008. Se fossi stato affrettato sarebbe intervenuta gia a settembre 2007. Ho provato, con un piano di risanamento, a ‘rientrare’. Purtroppo, però, senza successo. L’ Ente comunale, intanto, era subissato di carte bollate e di ingiunzioni di pagamento”. I creditori, quindi, si ‘avventarono’ sul nuovo eletto dando vita ad un pressing asfissiante. Il crac, quindi – evitabile o no che fosse. Non facile – di poi – costruire e programmare dal basso del baratro economico. Una zavorra troppo pesante che, di fatto, fu l’ ‘inizio della fine  del Fucci con la fascia tricolore. “Nel medesimo anno di mio insediamento, in aggiunta, fu abrogata la famosa legge 51. Abbiamo potuto fare il minimo indispensabile con i pochissimi soldi a disposizione. Ragionando a freddo non posso dire di aver fatto errori. Non sono sceso a compromessi con nessuno”. L’ apertura della crisi economica porta in dotazione la figura commissariale. Inevitabile ricollegare tale ultima alla vicenda relativa alla sede della attuale Pro Loco, ex Casa comunale. Onde ripianare il buco economico, infatti, l’ immobile è stato assegnato in vendita ad un privato per 172.000 euro. Molti in paese sono insorti – contestando la opportunità di simile atto, nonché le basi legali del medesimo. L’ immobile in questione, pregno di notevole valore storico sarebbe da includere tra i beni inalienabili. Non si doveva – questa la diffusa contestazione – comprendere tra quanto porre in vendita “I beni da includere nella massa attiva sono stati decisi dal commissario e dallo staff da lei nominato”- specifica l’ ex vertice comunale, sollevandosi – pertanto – dalla paternità dell’ azione . “Anzi” – prosegue – “inviai missiva – in data 19 aprile - alla figura commissariale rendendo noto della sottostima del valore dell’ immobile. Venduto per 172.000 euro allorquando – secondo perizia da me fatta effettuare – ne sarebbe valso almeno 260.000 .Nella massa attiva, piuttosto, rientrano” – insiste Fucci – “circa 100 appartamenti”. Si poteva iniziare – vale a dire - dalla vendita di quelli, sembra lasciar intendere il nostro interlocutore. Antenne, di seguito. Altra ‘quaestio’ spinosa in casa Arpaia. La minaccia incombe sul paese, in mancanza di un piano di localizzazione che confinerebbe possibili impianti in aree lontane dal centro abitato. Ora, invece – TAR conforta – gli impianti potrebbero essere calati su ogni casa del territorio. “Sono state annullate due mie delibere “ – precisa Fucci – “con le quali avevo dato incarico ad una ditta salernitana per la predisposizione del ‘Piano’ nonché della relativa attività di monitoraggio”. L’ iter, pertanto -  a seguito dell’ annullamento dei due atti deliberali per opera del nuovo cittadino – è dovuto ripartire  ex novo, privando il paese – nel frattempo – di uno scudo di imprescindibile valore per pararsi dalla pioggia di questi ‘mostri’ dell’ elettromagnetismo. Veniamo ad oggi. “Cosa la ha, in particolare, amareggiato della recente sconfitta elettorale?” . “L’ 80% dei componenti delle liste facenti capo a Crisci e Pelvi erano miei ex elettori” – replica Fucci – “ Le due liste, con la loro medesima costituzione,  mi hanno recato grosso danno”. “Cosa vede, politicamente, per il suo futuro?”. “Ora è troppo presto per parlare di ricandidatura. Il compito attuale è quello di fare una opposizione attenta e vigile. Un dato, però, è chiaro. Il sindaco D’ Ambrosio – nei cui confronti non nutro rammarico alcuno – è stato voluto da soli 500 cittadini su 1.500”. Un forte in bocca al lupo – concludendo -  al dottor Fucci ed alla sua signora. Che, nell’ anno della sconfitta politica, stanno per incassare il più grande successo che la vita – quella vera – può riservare. 

Commenti