BAGNOLI e FAGGIANO- Poste a rischio chiusura

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Sant’ Agata dei disservizi, ma non per colpa della politica cittadina. Almeno non con riferimento ai temi di cui diremo.
Dal servizio sanitario passando per quello postale, non si intravedono momenti aurei per il cittadino santagatese,  stretto in mezzo tra postini che non recapitano – vedasi San Silvestro – e prestazioni sanitarie spezzettate su tutto il territorio. Se in materia medico-assistenziale si stapperà la bottiglia dei disagi in data 1 agosto, con riferimento a quelli connessi alla erogazione del servizio postale il tappo è già saltato da un paio di settimane. Anzi, siamo pure già mezzi  brilli. Nel corso del consiglio comunale tenutosi  nella giornata di lunedi, il primo cittadino – Carmine Valentino -  ha esposto al pubblico presente di essersi già azionato presso le preposte dirigenze – quella sanitaria e quella postale – onde scongiurare – nel primo caso – e riparare – nel secondo – a scelte palesemente impopolari. Quanto a lettere e cartoline, la novità è che – già dal 19 giugno – e sarà così fino al 15 settembre – l’ ufficio postale di Sant’Agata centro resterà aperto dal lunedì al venerdì - dalle ore 8.25 alle ore 13.35 - ed il sabato - dalle 8.25 alle 12.35. Mezza giornata, vale a dire. Traducendo: orari più stretti e file più lunghe. A Faggiano e Bagnoli le cose vanno anche peggio. Nella sede della prima contrada, infatti, gli sportelli rimarranno aperti solo nelle giornate di martedì e giovedì - dalle ore 8.15 alle 13.45 – ed in quella di sabato - dalle ore 8.15. alle 12.45. Dalle 8.15 alle 13.45  resterà, invece, aperto l'Ufficio postale di Bagnoli ma soltanto nei giorni dispari. Una sequela di proteste e di lamentele ha pertanto invaso la scrivania dell’ incolpevole Carmine Valentino.  Il quale non ha potuto far altro che inviare una nota ufficiale al Direttore di Poste Italiane  -Filiale di Benevento - dottor Basilio Mancuso, chiedendo di apportare i dovuti correttivi nelle modalità di erogazione del servizio. Con una postilla. A San Silvestro, si lamenta la ‘scomparsa’ dei postini da circa 25 giorni. Con ovvio disagio specie se la missiva concerne utenze o, magari, altra corrispondenza di rilievo burocratico. Capitolo sanitario, altra croce .Tra il San Pietro che continua a viaggiare a mezzo servizio ed i ‘Coltivatori diretti’ – riferimento ambulatoriale di ottimo livello – che vengono fatti a pezzi. Ribadiamo – tema già trattato – i sensi della nota con la quale il dirigente dell’ Asl – dottor Michele Rossi – ha comunicato ai vari soggetti interessati il trasferimento delle prestazioni ambulatoriali dalla sede di via Starza a quella del nuovo nosocomio di località San Pietro. Una scelta che – allo stato – non è capibile. Perché modificare l’ assetto di uno dei pochi servizi funzionanti sul territorio, capace di servire in modo egregio un bacino di utenza prossimo alle 20.000 unità, ‘pescando’ anche nel telesino? Ragioni economiche non ve ne sono. Di proprietà dell' ASL sono entrambe le strutture. Anche considerando che, negli uffici dei ‘Coltivatori’, rimarranno alcune prestazioni che, però, rischiano di essere indebolite dalla separazione. Con annessi rischi di ulteriori spostamenti, magari extracittadini. A ciò si sommi la ‘via crucis’ che dovrà caricarsi il cittadino, costretto a fare spola tra San Pietro ed il centro – distanti 5 chilometri – per esaudire – con non meno di 2-3 viaggi -  ciò che prima poteva concludere nella medesima sede. Con il servizio navetta che, come ovvio, rimarrà concetto sconosciuto. Il sindaco Valentino  ha portato all’ attenzione consiliare i sensi di un atto giuntale con il quale fa richiesta di sospensione del provvedimento, sottolineando – altresì – la giusta esigenza di una concertazione con i soggetti amministrativi interessati. Una ultima nota relativa al San Pietro. Tutti vorremmo vederlo popolato di gente e servizi. Ma non di quelli ambulatoriali; o, prima di essi, sarebbe auspicabile che lo si riempisse di quelle prestazioni imprescindibili per il funzionamento del servizio ospedaliero. Urge la implementazione della Terapia Intensiva – e questa è una esigenza sottolineata anche dallo stesso dottor Rossi. Altrimenti, il gigante rimarrà sempre con i piedi di argilla. 

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