BUCCIANO- Santuario, nuovo riferimento per la Valle

Giuseppe Fortunato da 'Il Sannio Quotidiano'

Agnese Pepe era una fanciulletta di Moiano. Sorda dalla nascita, viveva immersa nel silenzio cui la aveva condannata madre Natura.
Un giorno, però- seduta nei pressi di una grotta - percepì una sensazione nuova. Spaventata, si guardò attorno. Lei non sapeva – non poteva sapere. In quel momento le sue orecchie avevano cominciato ad udire; per la prima volta la ragazza percepiva rumori, suoni. Ma la prima cosa che baciò il riacquistato senso  fu la soave voce di una donna. Era il 7 febbraio. Anno 1401.Sono passati 611 anni da quel momento che segnò – di fatto – i natali del Santuario del Taburno nonchè la devozione alla Santa Maria che – nella intitolazione – prende il nome della montagna. Vogliono così - la storia e la tradizione - che la struttura – al centro dei festeggiamenti nel comune di Bucciano fino al giorno 5 agosto – fosse eretta proprio sul luogo di quel prodigio. A sponsorizzare la costruzione –termine che prendiamo in prestito dai nostri giorni -  furono i conti Carafa, nobili di Airola. Correva l’ anno 1498 quando vi si insediarono, inece, i padri domenicani che li rimasero per quasi 250 anni, prima di migrare verso Airola a causa delle troppe esposizioni al rischio connesse alla vita in isolamento. Oggi la struttura è gestita dalla diocesi e li celebra il medesimo parroco che dice Messa nella chiesa del centro cittadino. Ed è proprio qui che abbiamo incontrato il giovanissimo Don Claudio – originario dalla quasi limitrofa Frasso Telesino. E’ lui che ci delucida sulla storia del Santuario e sul buio su di essa piombato per circa un ventennio. Allorquando l’ edificio venne lasciato in uno stato di incuria ed abbandonato al pascolo degli animali. Stare li non era più possibile, a causa dei continui atti di depredamento che non s’erano fermati neppure dinanzi all’ altare o al Bambinello. Quel luogo, però, che fino alla eclissi durata due decenni era riferimento per la intera Valle Caudina, doveva tornare ad essere un luogo di riferimento tradizionale. Ed è in quella direzione che si è lavorato, ponendo in essere i massicci interventi di recupero edilizio. Il senso della Festa - giunta alla sua seconda edizione – ora in svolgimento è, invece, quello di riconquistare nuova centralità al luogo- come ci dichiara Don Claudio - restituendo ad esso una posizione baricentrica per il comprensorio e per le sue genti. Questi sono gli auspici del giovane prelato che ci affida – altresì - i ringraziamenti alle amministrazioni succedutesi per aver dato prezioso supporto nel recupero dell’ area del Santuario.

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