SANT'AGATA DEI GOTI- Il tempo dei manifesti

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Un po’ ne avevamo sentito la romantica nostalgia. Soppiantato dalla nuova era dei social network e della stampa on line, era un po’ caduto in disuso.
Forse perché più dispendioso rispetto ai nuovi veicoli della tecnologia, forse perché passibile di ‘sabotaggio’ da parte del rivale. Il manifesto, proprio lui. Cuore del dibattito, veicolo esclusivo degli scambi tra le maggioranze e le opposizioni di un tempo. Non che oggi non se ne faccia ricorso, ma il suo raggio di azione si è drasticamente ristretto. Confinato, com’ è, al ruolo di raggiungere quella residua, esigua fetta di popolazione che non fa acquisto di quotidiani o che, ancora, ha poco feeling con quel mostro rispondente al nome di internet. Dopo un oblio di qualche anno, i muri di Sant’ Agata dei Goti tornano a riempirsi di affissioni dalle politiche motivazioni. Da Santagatalibera alla Voce del Popolo, passando per Alfonso Ciervo, tutti hanno voluto affidare ai ‘muri’ – ed alla pubblica conoscenza - le motivazioni del personale dissenso. Sa – molto piacevolmente – di vecchio vedere il capannello che cresce attorno a quel foglio ancora fresco di colla; di li, poi – come dal molo fanno le barche – si staccheranno uno a uno coloro i quali erano li addossati per andare a diffondere ad amici e conoscenti vari il senso di quanto letto. Si torna all’ antico, quindi, a Sant’ Agata dei Goti. Un po’ come aveva fatto l’ allora opposizione guidata dall’ attuale primo cittadino, Carmine Valentino – oggi sono altri ad affidare alle affissioni proposte e lamentele varie. Mettendo proprio l’ attuale vertice di Palazzo San Francesco al centro delle proprie ‘attenzioni’. Di recente ‘fattura’ è, quindi, un manifesto a duplice firma – di ‘Santagatalibera’, gruppo facente capo all’ imprenditore Paolo Di Donato e della ‘Voce del Popolo’, movimento giovanile coordinato dal giovane Vittorio Iannotta. I sensi della affissione hanno ad oggetto, innanzitutto, la richiesta di rimozione del  ‘palo della vergogna’, tacciato di inadeguatezza estetica per il particolare contesto – a pochi metri dal Monumento ai Caduti – in cui è ubicato. Il palo di cui si parla è quello destinato – con tanto di telecamera da montare in sua sommità – a sorvegliare l’ accesso alla costituenda ZTL. Sarebbe, per i firmatari “pericoloso per l’incolumità pubblica in quanto potrebbe essere causa d’incidenti”. Altro punto sollevato è quello della sede dell’ URP. Un immobile, quello in questione, che sarebbe di proprietà privata ed, in quanto tale, fonte di superfluo esborso per le casse comunali. Il ‘conto’ presentato all’ amministrazione prevede – ancora – il punto relativo alla imposta di soggiorno ‘tassa che non porta alcun beneficio alle attività’. Chiusura, infine, dedicata al Forum dei Giovani, per la cui costituzione sono stati compiuti – anche dall’ Ente comunale – tutti gli atti burocratici necessari ma il cui avvio non viene - per cause che si vuol comprendere -  ancora deciso. 

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