ALTRABENEVENTO- "Comune senza regole e colpi di pistola"

di Gabriele Corona- Presidente Altrabenevento
Le indagini dirette personalmente dal Questore e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Flavia Felaco, porteranno certamente ed in breve tempo a scoprire gli autori, i mandanti e il movente dei due colpi di pistola sparati sotto la sede del Comune di Benevento all’auto del dirigente Andrea Lanzalone.
La dinamica del gravissimo episodio non è ancora chiara ma un fatto è certo: sono stati esplosi due colpi a   distanza di circa due minuti l’uno dall’altro e non in pochi secondi come si ostina a sostenere il cronista di nera di Ottopagine. Questo particolare non è indifferente perchè vuol dire che a sparare non è stato un solo individuo. Infatti, se avesse sparato da un’auto, non avrebbe certamente potuto fare marcia indietro nell’affollata via Annunziata, fermarsi e fare fuoco di nuovo. Se ha sparato a piedi, probabilmente dalle scalette strette, è stato assistito da alcuni complici, i “pali” per evitare di colpire passanti o auto in transito e forse per nascondersi tra un colpo e l’altro e garantirsi la fuga. Si capisce, inoltre, che l’azione criminosa è stata preparata. Gli autori del gesto criminale conoscono la zona, sanno dove guardano le telecamere, qual’è l’auto di Lanzalone e quando la usa. Non si tratta quindi del gesto inconsulto di una singola persona esasperata dalla crisi economica,  come qualcuno ha banalmente ipotizzato, perchè in questa città gran parte dei cittadini è tartassata dal fisco, dalla burocrazia e dalle ingiustizie, ma nessuno spara. Lo fanno solo i delinquenti! Questa volta si tratta di un gruppo, non necessariamente camorristico, che ha organizzato ed eseguito un attentato non sotto la casa di un dirigente, ma al Comune, sotto la finestra del sindaco, alle 13, durante l’attività lavorativa e istituzionale. Il fatto, quindi, è di particolare gravità e testimonia che in questa città, dove i clan agiscono indisturbati, anche piccoli delinquenti organizzati per l’occasione, si permettono di sfidare in modo plateale l’Ente pubblico. Per questo motivo appare davvero incomprensibile il silenzio del Prefetto. Colpisce, inoltre, il documento inutile, insulso, insignificante dei gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione,  che dopo le frasi di circostanza, si limitano, come al solito, ad invitare i cittadini ad avere un comportamento orientato al rispetto della legalità. Non si rendono conto i rappresentanti di questa casta politica che certamente non brilla per coerenza su questa materia, che devono dar conto delle proprie azioni come soggetti pubblici, piuttosto che predicare correttezza a chi subisce anche la cattiva amministrazione. I consiglieri comunali, infatti, dovrebbero spiegare che cosa stanno facendo per evitare che al Comune di Benevento le regole siano sempre più aleatorie perchè politici e dirigenti esasperano la gestione discrezionale per decidere chi e dove può costruire parchi residenziali, oppure asseganre un contributo o una sede gratis, oppure i premi di produttività e le indennità ai dipendenti. Per questo motivo, il PUC rimane misterioso, ad esempio, e le determine dei dirigenti non si pubblicano. E’ chiaro che dinanzi a tale prassi, i cittadini per bene a volte chiedono pregando, altre volte rinunciano schifati o protestano. Quelli che invece sono abituati al clientelismo, alimentano la corruzione, mentre i delinquenti minacciano, aggrediscono o sparano. Per arginare, quindi, la violenza e il malaffare, occorre ristabilire le regole certe e il comportamento trasparente della pubblica amministrazione. Di questo si dovrebbero occupare gli amministratori, i funzionari e anche i consiglieri di opposizione. Si potrebbe ad esempio, cominciare a far luce sulla torbida gestione dei parcheggi perchè da anni si susseguono provvedimenti di assegnazione alle cooperative, poi revocati, oppure le gare di appalto aggiudicate, contestate, quasi annullate e poi, invece, riassegnate. Più o meno come è accaduto, o accade, per gli incarichi alle ditte, compreso quelle nate in ambienti confindustria, per la gestione del verde pubblico o la vigilanza e la manutenzione di strutture comunali. Proprio su queste delicate attività il consiglio comunale dovrebbe riunirsi in seduta aperta,  costituire le commissioni di indagine previste dallo statuto e pretendere, da subito, la rotazione degli incarichi dei dirigenti e dei responsabili di unità operative, per rompere le incrostazioni clientelari e tutelare i singoli funzionari. Questi sarebbero segnali chiari, gli ultimi possibili, da parte di un’amministrazione che in questi ultimi anni, nonostante le indagini in corso su concorsi farsa, appalti e corruzione, non ha adottato un solo provvedimento per ristabilire la certezza e la trasparenza dell’azione amministrativa.

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