ARPAIA- Deterioramento Appia: la causa non sarebbe l’acqua

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Nessuna ingente perdita idrica correrebbe sotto l’ Appia. Ad affermarlo ambienti della Gesesa, l’ azienda che gestisce il servizio delle acque.
Verrebbe – in tal modo – smontata – condizionale d’ obbligo – la tesi prospettata dall’ Anas. Passo indietro: il thriller – rigorosamente a puntate – è sempre quello relativo alla importante arteria stradale. Crepata, avvallata nella sua struttura. La causa più prossima della “break dance” sarebbe quella riconducibile alle vibrazioni determinate dai mezzi di trasporto che – a pieno carico – scorrazzano sulla importante Statale. Ma v’è – ci si chiede - un fattore ulteriormente favorente? L’ Ente comunale di Arpaia sta premendo, intanto,  nella direzione di “spuntare” un autovelox. Ma la figura prefettizia – prima di concedere il placet – vorrebbe il conforto di documentazioni attestanti il collegamento effettivo e diretto tra autotreni e strutture traballanti. Qualunque elemento interferente, però, in tale rapporto sposterebbe la discussione su altri assi. Al contempo, la Residenza municipale – giusto nell’ attesa di cose nuove e migliori - ha anche fatto richiesta all’ Anas onde dare una risistematina – giusto una “ritocattina di trucco” – al disastrato tappetino viario. E qui ci si ricollega all’ origine. Gli uomini “arancioni”, in effetti, giungono e – all’ atto di un sondaggio, come da protocollo – vedono sbucarsi dell’ acqua a 40 centimetri di profondità. Scava e scava si scopre che una perdita risiederebbe a quasi un metro di profondità. Fermi tutti, quindi. Le ragioni della strada cedevole sono, quindi, da ricondurre all’ acqua. Che – scivolando a valle – avrebbe cagionato l’ usura del sottosuolo. Di chi sono, dunque, i tubi? Della Gesesa.  In quale territorio ci troviamo? Arpaia. Bene, a tali soggetti – azzardiamo una ricostruzione del pensiero dell’ Anas – passerebbe la bollente patata. La Gesesa giunge sul “luogo del delitto” e – trapelerebbe – stabilirebbe – fatte le prime verifiche – la non sussistenza di grosse perdite. Lo si sarebbe desunto da cali di pressione nelle adiacenze – che non vi sono -  e da rumori nelle tubature – che manco si registrerebbero. Né – ci vien fatto intendere – una esigua perdita avrebbe potuto scivolare assecondando la pendenza della strada. Non glielo avrebbe consentito la impermeabilità del terreno. Quindi, ci si chiede: vi è una causa favorente l’ ammaloramento stradale? Le vibrazioni dei tir trovano – o meno – “spalla” in un fattore terzo? Soprattutto, si auspica che non si instauri un contenzioso tra aziende. Una sorta di rimbalzo di responsabilità – da scongiurarsi anche considerandosi la assoluta professionalità delle aziende in questione -  che recherebbe l’ inevitabile, unico danno di non risolvere un problema che sussiste e che è di gravissima entità.

Commenti