PROVINCIALE DURAZZANO-SANT'AGATA- Due gocce di pioggia ed è fango..

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Un’ ora di pioggia e sulla Provinciale Sant’ Agata dè Goti-Durazzano si torna a pattinare. Su una coltre di acqua mista a terra – alias fango – su terriccio, pietrisco e quant’ altro non è propriamente amico dell’ aderenza stradale.
Ore 09:30, Sant’ Agata dè Goti. Mi accingo ad imboccare l’ arteria che reca al comune delle pale. L’ anteprima in località ‘Santa Maria Scozzese’- detriti vari ammucchiati al centro strada quasi fossero uno spartitraffico – è preludio attendibile di ciò che incontrerò nei pochi, successivi chilometri di viaggio. Un paio di curve, infatti, e lo stretto budello è già un fiumiciattolo carico di terra. Una lingua marrone che corre in direzione saticulina. Quanto basta per farti comprendere come il freno sia un lusso di cui non si può abusare. Non qui, non in questo momento. Meglio procedere ad andatura consona, come il Codice impone. Ma vi sono dei punti, però, ove la carreggiata è talmente stretta da imporre necessariamente – in caso di incrocio con altro veicolo – una carezzina sul freno. E così, il furgoncino che scende da Durazzano – che manco va troppo spedito – appena va a premere per decelerare comincia a ‘scodinzolare’ pericolosamente. Freno anch’ io fino ad arrestarmi del tutto. La macchina tiene. Fortunosamente il furgoncino riconquista la rotta. Cenno di scusa del conducente. Ok, è andata bene. Ma in queste condizioni stradali, aggravate dal fattore meteo, simili situazioni di rischio si ripropongono senza soluzione di continuità. La carreggiata – come anticipato – presenta una conformazione alquanto particolare; tendenzialmente rettilinea – il che invoglia il corridore -  con zone di ampiezza risicata al lumicino. Se, dunque, le caratteristiche sono le presenti – ed i lavori di allargamento sarebbero troppo antieconomici – si impone un intervento che – quanto meno - limiti quelle ‘aggravanti’ che emergono il caso di pioggia. Il problema – come pare evidente – è dato dagli argini stradali. Il primo tratto – dal versante santagatese – è caratterizzato, infatti, da appezzamenti di terra che – su ambo i lati – scendono fino ai limiti stradali. Terra – allo stato puro – che bacia il confine della carreggiata. Ben si intuisce, quindi, come la pioggia assorbita dal terreno sovrastante finisca per scendere copiosa sul manto stradale trascinando con se fanghiglia e detriti vari. Pericolosissimo cocktail per gli utenti dell’ arteria. Lungo il versante durazzanese, invece, la situazione è migliore. Li – infatti - si è provveduto a creare dei muretti contenitivi che fanno da barriera allo scivolamento del materiale sull’ asfalto. Cosa, quindi, occorrerebbe fare? Riproporre – molto semplicemente - le medesime soluzioni anche da quest’ altro lato. Creando – vale a dire – degli argini in pietra con tanto di scanalature che consentano un organizzato deflusso delle acque. Auspichiamo che si addivenga ben presto ad una soluzione, anche tenendo presente come il traffico – complice la riapertura delle scuole – sia destinato ad incrementarsi. E come, quindi, si imponga una salvaguardia della sicurezza cittadina. Non dovendosi dimenticare – ancora – come l’ abbondante mole di acqua e di fango sviluppatasi sulla Provinciale in occasione di precipitazioni più consistenti sia in passato scivolata – complice la pendenza stradale – per oltre un chilometro fino al centro cittadino santagatese. Invadendo i negozi di via Sant’ Antonio Abate e paralizzando il transito veicolare.

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