SCAMPIA- Sequestri,torture e omicidi la faida dei baby boss

da ilmattino.it
Gliel’avevano promesso, questa volta il suo turno era arrivato, il sogno era diventato realtà: cresciuto, passata la linea d’ombra, avrebbe gestito il lotto Ta e Tb. Il suo momento.
Soddisfatto e determinato aveva trascorso qualche ora con la fidanzata, poi era tornato sul luogo di «lavoro», un sopralluogo per quelle piazze di spaccio che gli erano state affidate addirittura dai boss degli scissionisti. Lui, non ancora maggiorenne, poteva dirsi uno di loro. Storia di Ivan E: ce l’aveva fatta, la sua arrampicata sociale era quasi compiuta, guardava il futuro con le spalle larghe, fino a quando non se l’è vista brutta. Lo scorso cinque luglio, l’agguato, il ferimento alle gambe, la corsa al San Giovanni Bosco: altro che episodio da relegare in una breve di cronaca, la storia di Ivan. E basta da sola a raccontare la «faida 2.0» tra Scampia e Secondigliano: sparano ai minorenni, ai poliziotti e ai carabinieri, sparano nei negozi di bambini; e a sparare e a uccidere spesso sono proprio loro, giovanissimi, a volte neppure diciottenni. Come nel caso dell’agguato subito da Ivan. E, come raccontano le indagini di carabinieri e polizia: in sella a una delle moto del commando - si legge in un provvedimento di arresto - c’era anche l’incensurato diciottenne Vincenzo S., figlio d’arte per i suoi legami a un boss legato ai Di Lauro. Vittima e carnefice, trentasei anni in due. Eccola la nuova faida, sanguinaria e gratuita come quella del 2004, con una differenza sostanziale: allora a scalzare i vertici della camorra erano i trentenni di Cosimo Di Lauro; oggi in campo - tra vittime o killer - ci sono elementi di appena diciotto anni, forgiati dalla faida del 2004-2005, magari usati in quei giorn per azioni di ripiego. Ma c’è altro nella guerra che vede contrapposti gli scissionisti degli Abete-Aprea-Notturno-Abbinante contro quelli della Vannella grassi (Mennetta-Magnetti-Leonardi-Guarino), a loro volta sostenuti dal latitante Marco Di Lauro. Altre scene, altri episodi allarmanti rimasti nel chiuso di una informativa di pg, lontano dai riflettori e dalla sensibilità della società civile napoletana. È il 18 marzo scorso, quando due uomini vengono sequestrati, legati e imbavagliati, trasportati in un’auto. Sono destinati ad essere interrogati, torturati e uccisi, la loro vita è segnata, sanno di dover vivere le ultime ore, le peggiori della propria esistenza. Sono due uomini della Vannella Grassi, si chiamano Virginio Giannino e Carmine Pocci, due morti virtuali, hanno le mani legate e viaggiano nei sedili posteriori di un’auto con altre tre persone a bordo: i loro carnefici. Per loro fortuna, arriva la Legge, che ha il volto degli agenti del commissariato Scampia agli ordini del vicequestore Michele Spina, che cambiano un destino già scritto. Questa volta il controllo del territorio è efficace: vengono identificati tre soggetti - si tratta di Saverio Pianese, Simone Sacchettino e Umberto Raia - ritenuti gravitanti agli scissionisti del lotto T, zona viale Ghisleri. Una volta tornato libero però Virginio Giannino si mostra tutt’altro che riconoscente nei confronti delle forze dell’ordine, al punto tale da ingaggiare veri e propri conflitti a fuoco contro polizia e carabinieri, mentre prova a vendicare il torto subito. Armi in pugno, ha un mandato di morte, prova a compiere irruzioni in area scissionista e ferisce anche un carabiniere che prova a inseguirlo. È la cronaca di due giorni di vera e propria guerra, tra il quattro e il cinque luglio scorsi, quando le vite di boss e gregari, nomi eccellenti e minorenni rampanti si incrociano più di una volta. È pieno giorno, quando lo scissionista Giovanni Esposito viene ferito a un braccio e riesce a scampare al colpo di grazia fuggendo in un negozio per bambini. Tutto viene inquadrato dalla telecamera del negozio, compreso l’intervento degli agenti che provano a chiudere il cerchio attorno ai pistoleri della Vannella grassi. Che, non contenti, ci riprovano la notte successiva, quando provano a colpire un altro bersaglio: tocca al minorenne Ivan E., raggiunto da un secondo commando della Vannella grassi composto proprio da quel Virginio Giannino che due mesi prima era stato sequestrato e impacchettato all’interno di un’auto. Questa volta ha la pistola calda - si legge negli atti depositati - è pronto a uccidere chiunque possa essere ricondotto alla galassia scissionista. Inchiesta della Dda dell’aggiunto Sandro Pennasilico, dei pm Stefania Castaldi, Maurizio De Marco e Vincenza Marra, l’obiettivo ora è chiudere la galleria degli orrori. 

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