Ruolo idrico 2011-2012, vendemmia salata..

ìfor.giu. da 'Il Sannio Quotidiano'
Ruolo idrico, utenti inviperiti. Scroscia, in queste ore, sui tetti saticulini una pioggia di sgradite missive con mittente Palazzo San Francesco. All’ interno – messaggio tutt’ altro che augurale - un conto alquanto salato. Quello, cioè, riferito al ruolo idrico annualità 2011 e 2012. Ventiquattro mesi, vale a dirsi, da corrispondersi in un colpo solo; o, pure scegliendosi il frazionamento, entro 60 giorni. Una stangata, in sostanza, che in tempi  di siffatta contingenza produce le medesime piacevoli sensazioni che può donare il sale sulle ferite. Tanti coloro i quali si sono visti recapitare richieste superiori ai 1.000 euro. Con conseguente forte disagio patito, andandosi al di la dello stereotipo del pensionato, anche dalla famiglia “media”. La bolletta, venendosi allo specifico, non essendo stata operata lettura nel biennio 2011-2012, è stata calcolata sulla base della media dei tre anni precedenti. Producendosi, quindi, risultati che sono molto spesso lontano dal reale. Si comprendono, ciò sia chiaro, le esigenze di cassa di Palazzo San Francesco; è anche da capirsi, però, l’ imbarazzo che si è creato all’ utenza. Il problema non è pagare. E’ dovere della cittadinanza, anzi, farlo. Ma ciò deve avvenire sulla base di quello che effettivamente si consuma. Ed, inoltre, con cadenze temporali plausibili.
Già tanti lamentano di aver desunto, da primi sommari calcoli effettuati, errori in forte eccesso; anche per cifre prossime alle 200 euro. E’ vero che Palazzo San Francesco procederà a fare conguaglio nel prossimo ruolo – a credito o a debito. Ma, d’ altro canto, è pur vero che il cittadino, in siffatti periodi poco felici, proprio non gradisce fare anticipo alcuno di somme a chicchessia. Primo aspetto, dunque, è quello relativo all’ approssimazione del calcolo. Altra questione, poi, inerisce la tempistica del pagamento. Troppo ristretto essendo il lasso temporale per onorare il debito. Sarebbe stato, ad esempio, più “soft” spalmare il tutto su 4-6 mesi. Anche perché, a breve, busseranno agli usci santagatesi Imu e Tarsu. L’obbligo comunale,come giusto, è quella di equilibrare le finanze;circostanza resa quanto mai difficoltosa dai tagli del Governo centrale. Ma questa soluzione sarà produttiva? Quanti, cioè, riusciranno a pagare nei tempi debiti? Si è certi che in tal modo si possa realmente far entrare quanto previsto nelle casse comunali? O, invece, si rischia di creare una marea di insoluti? Esiste un modo per il consumatore, sin da subito, per evidenziare grossi “plus” nelle  richieste? Onde versare, sin da subito, il solo dovuto? Se vi è siffatta possibilità, la si reclamizzi opportunamente. Il rischio, in tutto ciò, è solo quello di rendere meno popolare la politica di casa. Accendendo, in modo assolutamente evitabile, gli animi.

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