La nuova edizione del Museo diocesano

g.f. da 'Il Sannio Quotidiano' 
La nuova vita del museo diocesano viene alla luce in una serata piovosa di metà febbraio; le ore 19:15 allorquando i cancelli della chiesa del Carmine, che si sviluppa entro l’ omonima piazza, si aprono lasciando cadere al suolo il nastro inaugurale. Pubblico non esiguo, sempre considerandosi il fattore meteo, ha accompagnato il vescovo della Diocesi di Telese – Cerreto – Sant’ Agata de Goti, Monsignor Michele de Rosa, nelle poche centinaia di metri che separano il Duomo, ove si era tenuta, principiando dalle ore 17:30, la funzione religiosa, dalla riorganizzata sede museale. Ad essere celebrati la nuova edizione della medesima che giunge a distanza di poco più di 16 anni dalla inaugurazione tenutasi il 27 settembre del 1996; a celebrare quel momento l’ allora cardinale e futuro papa Joseph Ratzinger. Il nuovo assetto espositivo ruota attorno ad un aggiornamento degli apparati didattici nonché ad una generale azione di semplificazione dell’ allestimento. Nella centenaria struttura continuano a trovare collocazione opere di assoluta valenza artistica: tele di Tommaso Giaquinto, in primis, nonchè opere dello scultore cerretese Iacobelli.
Ancora vi si apprezzano rappresentazioni dei pittori Giuseppe Tomajoli, Francesco Peresi e verosimilmente del De Matteis. Ad arricchire la collezione, inoltre, la recente acquisizione della tavoletta della Madonna del Latte. Reperto del XV secolo proveniente dai “cappuccini” di Arpaia. Il rinnovato  e costante auspicio è che il notevole patrimonio storico ed artistico variamente e stupendamente distribuito tra i plessi di proprietà ecclesiastica possa essere reso fruibile in modo massimo ai visitatori. Che, in ispecie nei week end e con l’ approssimarsi della stagione calda, prendono e prenderanno ad addentrarsi entro il dedalo di vicoli del centro storico santagatese. Soprattutto, la speranza è che tutto possa avvenire in modo alquanto fluido ed agevole. Nulla di differente rispetto, del resto, a quanto già in essere nelle restanti città d’ arte. Perché tale è Sant’ Agata de Goti; su questi presupposti potendo e dovendo vivere le ragioni di una prospettiva futura che sia decisamente più florida rispetto al quadro apprezzabile nel presente


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