SANT' AGATA DE GOTI- COMMERCIO, nel centro storico si chiude di più

g.f. da 'Il Sannio Quotidiano'  
Le attività imprenditoriali hanno miglior vita al di fuori delle mura del centro storico che non all’ interno delle medesime . A tali conclusioni siam pervenuti guardando ai complessivi dati - gentilmente fornitici dalla disponibilità dell’ Ufficio Commercio saticulano - relativi ad aperture/chiusure di attività nel triennio 2010-2012. Il trend inerente l’ ultimo anno, tuttavia, segna una netta controtendenza. In totale, nei 36 mesi intercorsi tra il 1 gennaio 2010 ed il 31 dicembre 2012, hanno iniziato attività in 140. A chiudere i battenti sono state, invece, in 113. Un netto, quindi, di + 27. Se guardiamo, però, al solo dato riconducibile all’ area del centro storico, assistiamo ad un ribaltamento dell’andamento: ad aprire i battenti sono state in 33. A calare, invece, le serrande un totale di 36. Vi è forte differenza, però, nell’ analisi dei singoli anni. Nei 12 mesi del 2012, infatti, entro l’ area vecchia hanno aperto in 15 e chiuso in 8. Peggio, come anticipato, era andata nell’ analoga zona con riferimento alle due precedenti annualità.
Nel corso del 2010, infatti, inaugurarono in 6 e chiusero in 12. Similmente nel 2011 tagliarono il nastro in 12 e lo buttarono nel cestino in 16. Con riguardo, in generale, a tutto il territorio comunale, il 2010 fece registrare complessive 43 aperture a fronte di 41 chiusure; il 2011, ancora, 45 “new entry” opposte a 40 “commiati”. Ed il 2012, in conclusione, ha registrato 52 inaugurazioni e 32 dipartite. L’ ultimo anno, quindi, si conferma come periodo di forte rottura rispetto ai precedenti 2 anni. Si specifica, tuttavia - nota tecnica finalizzata ad una corretta lettura - come nei numeri in questione rientrino anche le rinominazioni nelle ragioni sociali. Aspetto che gonfia i numeri ma conserva le proporzioni. Nell’ arco dei tre anni, venendo alle specifiche categorie, hanno globalmente aperto su tutti i 64 chilometri quadri del territorio cittadino 46 categorie “alimentari”. Novero entro cui rientrano anche ristoranti e pizzerie. A chiudere son stati in 37. Limitatamente all’ area vecchia il trend di questa tipologia è – sempre con riferimento ai 36 mesi – in negativo: 12 aperture contro 13 chiusure. Va ancora peggio, sempre con riguardo al centro storico, tutto ciò che non è alimentare. Chiusure 23 ed aperture 19: il dato di tutto il Comune dice, in opposto, 56 contro 65. Chi se la passa meglio, nell’ area vecchia, sono gli “ibridi”: quelli, cioè, che possono proporre al pubblico alimentari e non. Una categoria ampia entro cui sono da ricondurre, ad esempio, b&b, sanitarie e market che possono vendere – la butto li – sia pasta, sia detersivi. Circa tale novero si hanno 2 aperture e 0 chiusure. Confermandosi la scelta imprenditoriale più felice anche con riguardo al dato territoriale generale. Avendosi, appunto, circa siffatta tipologia, 16 aperture ed 8 chiusure. Un auspicio in coda: un più roseo futuro del commercio locale – mai dimentichi delle contingenze globali e sempre considerando la miriade di varianti– riteniamo possa vivere, in ottima parte, anche considerando la tipologia di comunità quale quella che ci pregiamo di vivere, nelle politiche turistiche che si attueranno. Più si insisterà nel percorso di rivalutazione del patrimonio storico ed artistico della comunità, più si riuscirà nel metterli a sistema entro i preposti circuiti culturali, maggiore sarà il buon ritorno per il locale commercio. In senso più particolare, poi, con riferimento alle attività imprenditoriali esercenti nel centro storico, non dubitiamo di come alla buona salute di esse recherà contributo il nuovo assetto dell’ accesso alla Ztl. Che, come noto, con riferimento al periodo feriale – invernale, sarà esteso anche al lasso orario pomeridiano

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