Alfonso Martino, la buca killer dopo 10 anni è ancora la

g.f.da 'Il Sannio Quotidiano'
La buca killer è ancora la. A dieci anni dalla morte del 19enne Alfonso Martino nessuno ha ancora provveduto a porre rimedio a quello che, ancora oggi, rappresenta un gravissimo attentato alla sicurezza degli utenti della strada. Via Sant’Antonio Abate, era il settembre del 2003. Uno studente della contrada Torricella percorreva, in pieno giorno, la centralissima arteria cittadina. Procedeva a velocità normale con, per di più, il casco protettivo ben allacciato. Le ruote del mezzo finirono accidentalmente in quel pericoloso dislivello destinato al deflusso delle acque piovane. Cadde rovinosamente per morire, qualche ora dopo, presso il Rummo di Benevento. L’incredibile è che quella irregolarità sul selciato non è stata ancora oggetto di intervento alcuno. Come se il sacrificio di una giovane vita non fosse valso a nulla. L’intera vicenda è al centro di una querelle giudiziaria che balla attorno alle competenze ed alle relative responsabilità di questo o di quell’altro Ente.
Nella giornata di ieri abbiamo preso le misure del mini-cratere: profondità prossima si 10 centimetri per un’ampiezza in superficie di 50 per 50. Nessuno, però, interviene. Ai margini della carreggiata, per di più, la ‘buca’ si trova lungo la ideale traiettoria percorsa da motocicli e cicloamatori. Non a caso è proprio una piccola carovana di amanti delle pedalate – mentre verifichiamo le dimensioni della stessa – a rimarcarcene la pericolosità. “E’rischiosissima”- ci dicono in coro - “diverse volte abbiamo scampato in extremis rovinose cadute”.

Commenti