da
www.pontelandolfonews.com
Già da qualche settimana Anna e Ilario vivono
all’addiaccio. La loro casa è un’automobile parcheggiata all’aperto, alla mercé
delle avverse condizioni meteorologiche di questi periodi. Per causa delle
ristrettezze economiche, nella impossibilità di provvedere regolarmente al
pagamento dell’affitto, hanno subito lo sfratto e dal 18 febbraio scorso non
abitano più in una casa. L’alimentazione è ridotta al consumo di qualche panino
e solo grazie all’ospitalità di una loro amica, l’unica che ha fatto scattare
il sentimento della solidarietà, possono provvedere ai bisogni fisiologici
e alla cura dell’igiene personale. Il 17 gennaio si sono rivolti al
Comune di Pontelandolfo per un aiuto, per una sistemazione alloggiativa, almeno
momentanea in attesa di un lavoro e di una più solida condizione finanziaria.
Il Comune, con provvedimento del 25 gennaio ha dato loro la possibilità di
sistemare le poche suppellettili, i pochi mobili e qualche effetto personale in
un locale di proprietà dell’Ente. L’autorizzazione è a carattere straordinario
e provvisoria facente parte il locale di un complesso da destinare a casa
albergo per anziani. Contestualmente all’autorizzazione, il Comune faceva
presente ai richiedenti che “In merito alla possibilità di assegnazione
momentanea di un alloggio ad uso abitazione, questo Comune non ha allo
stato la possibilità di reperire immobili di proprietà comunale idonei allo
scopo”. Anna e Ilario hanno fatto appello anche al Prefetto di Benevento con
una nota acquisita al protocollo dell’Ufficio del Governo il 25 febbraio
scorso. La lettera che evidenzia tutta la disperazione dei due, è stata
indirizzata pure ai Servizi Sociali del Comune di Pontelandolfo e alla Procura
della Repubblica di Benevento, nella quale hanno fatto altresì presente, che
accanto al locale dove hanno depositato le loro cose, esiste un monolocale
libero, tra l’altro aperto all’utilizzo abusivo di chiunque, chiedendone la
possibilità di abitarlo. Il Comune ha dato riscontro alla istanza. Istanza che
purtroppo non ha potuto accogliere in quanto il piccolo alloggio, tra l’altro
privo degli allacci ai servizi pubblici essenziali (corrente elettrica, acqua
potabile, rete gas e rete fognaria), risulta inserito nel complesso da
destinare a casa albergo anziani. L’immobile è stato infatti realizzato
mediante l’utilizzo di fondi regionali all’uopo stanziati e destinati, e questo
pure è vero. L’abbigliamento è consunto e ridotto al minimo indispensabile. La
condizione di Anna e Ilario è a dir poco disastrosa, disumana. Quello che ci
sorprende è che i familiari non fanno nulla per aiutare chi è più sfortunato di
loro. In questo momento non si vede nessuno spiraglio di luce per un ritorno
alla normalità di una vita che li ha messi spalle al muro. Anna non chiede la
luna, come dice, ma solo un lavoro, un piccolo lavoro, perché tutti hanno il
diritto di vivere. Tutti hanno il diritto di avere un lavoro. L’art.1 della
nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro.” Ma la Repubblica italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro? Certo è che com’è l’andamento delle cose in questo momento in Italia,
il futuro di Anna e Ilario è avvolto nel buio. Ilario ce l’ha pure un lavoro,
ma condannato dalle leggi italiane, il suo stipendio, come per tanti, è a mala
pena sufficiente per passare gli alimenti alla ex moglie. E allora che fare.
Nulla, purtroppo, Anna e Ilario anche stanotte, mestamente, andranno a dormire
nell’auto parcheggiata all’aperto alla mercé delle intemperie e una piccola
coperta per compagnia.
Commenti
Posta un commento