Sant'Agata de' Goti/ I morti ammazzati dalla munnezza


Gli spettri del passato si materializzano in una mattinata riscaldata da un sole piacevolmente primaverile. Mercoledi 29 Ottobre, anno 2014. Le verità a tutti sempre note (e mai denunciate) iniziano ad essere disseppellite dalle ruspe coordinate nei loro movimenti dagli uomini del Nipaf di Napoli e della Forestale di Sant'Agata de' Goti. Sono arrivate qui su disposizione della Procura; Procura a sua volta messa in moto dalle confessioni del pentito di camorra che ha indicato anche nelle periferie della provincia beneventana la meta finale dei traffici di morte. Le notti degli anni Ottanta; quelle illuminate dai movimenti dei mezzi che ben prima dell'alba arrivavano nelle terre di Presta, di Capellini e Palmentata.
Traffici di ogni notte, intensi. Ne sono stati testimoni tutti e nessuno. Le ruspe cominciano a scavare in un'area - tra i Capellini e Palmentata, appunto - rilevata nella proprietà da due giovani imprenditori del luogo da soli pochi mesi. Ragazzi che, sia chiaro, hanno posizione di assoluta estraneità rispetto alla vicenda. Si dice che quest'area - cosiddetta Picone - sia stata, per effetto di una delibera del Consiglio comunale del 1987, adibita a temporaneo sito di deposito di rifiuti urbani. Peccato, però, che essa non figuri nel novero dei siti regionali meritevoli di risanamento. Tant'è che questo lotto di 18.000 metri quadri sarebbe potuto diventare, come trapela da indiscrezioni, un mega riferimento ricettivo. Le ruspe nelle cinque perforazioni non trovano solo rifiuti urbani ma anche pezzi di meccanica e residui sanitari. Due fusti, altresì - immediatamente inviati all'Arpac - contenenti liquame nero e catramoso preoccupano in modo particolare incarnando il prototipo di traffici descritto nel 'Gomorra' di Saviano. I rifiuti escono fuori, su un versante, già tra i 2 e gli 8 metri; in un altro tra i 6 ed i 14. Con la trivella, poi, si perfora anche il tufo a meno 30. Non si procederà oltre per timore di arrivare alla falde acquifere. Quelli che si sono avvicinati alle voragini hanno parlato di odore nauseabondo. Nella cava Picone le indagini sono finite: con successivi progetti si passerà alla bonifica. I lavori, però, a partire da lunedi si trasferiranno in altri siti. Verrà fuori altro, sempre che i controlli saranno ben mirati. Forse verrà fuori di peggio. "L'immondizia è oro": così diceva qualche disgraziato e lungimirante manager della camorra. Oro che anche qui a Sant'Agata de' Goti è scivolato nelle terre per rifiorire come cancro in corpi spesso troppo giovani per morire. La Giustizia stabilirà (?) se e quanti uomini deputati a vigilare, in quei maledetti anni, abbiano omesso di farlo o, addirittura, siano stati in posizioni di complicità. La stessa accerterà (?) se e quanti altri si siano riempiti le tasche con guadagni facili e milionari. Dio solo conosce, invece - e solo lui - il  numero di morti ammazzati dalla munnezza.













Commenti

  1. La cosa piu schifosa e l'ipocrisia,negli anni ottanta dov'era la forestale dov'erano gli amministratori locali,dov'erano gli abitanti di palmentata e di presta dov'erano gli abitanti della zona capellino,nessuno ha visto nessuno ha sentito tutti mugugnavano nessuno parlava, e adesso???chi sono i responsabili!!!!!!

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  2. Il fatto che tu oggi commenti in anonimo è lo specchio di quegli anni passati!

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