(Sannio Quotidiano 29 Marzo 2019)Brutte evoluzioni, del resto già programmate, quelle che giungono, tanto per cambiare, dal versante “Sant'Alfonso Maria de' Liguori”. Al grido “mai una gioia”, infatti, a decorrere dal 31 marzo saranno disattivate le degenze di Ortopedia presso l'ospedale saticulano.
Questo è quanto reso noto dal direttore generale del San Pio, Renato Pizzuti, con una comunicazione divenuta di dominio pubblico sui mari del web. Da domenica (ovvero dopodomani), quindi, “fuori tutto” a contrada San Pietro con i letti dello specifico reparto che non saranno più disponibili per l' “utenza”.
Addio a 20 postazioni, di cui cinque in regime di “day surgery”; senza dimenticare come solo ai primi del mese di febbraio fossero già state disattivate le degenze di Cardiologia. Nessuna sorpresa, tuttavia. La chiusura/disattivazione dei reparti era questione già calendarizzata e step di un progressivo impoverimento dell'ospedale saticulano: il tutto toltoci con una mano mentre con l'altra ci è stato e ci viene prospettato l'orizzonte del Polo oncologico, cosa cui – oggi – cominciano a guardare con deciso pessimismo, nella sua futura ed eventuale attivazione, anche i più radicali tra gli ottimisti. Al di la della disattivazione di “Ortopedia”, la mazzata a cascata piomba anche sul Pronto soccorso. Che senso ha recarsi presso la struttura saticulana se, con riferimento anche ad una problematica ortopedica, già si sa di non poter essere accolti in corsia ma destinati a trasferimento?
A tal punto tutti finiranno per recarsi altrove, finendo per abbassare il numero degli accessi e, quindi, facendo venir meno i presupposti “matematici” di permanenza anche del Ps. Di male in peggio, quindi.
Il “Sant'Alfonso” dà la sensazione di evaporare, e lo fa nella sostanziale indifferenza dei locali. Comitati a parte, infatti, è la generale freddezza della popolazione ad essere la migliore alleata delle politiche che, di fatto, stanno depauperando (in attesa di varie ed eventuali) contrada San Pietro
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