Ancora
una volta il grido di indignazione di chi con cadenza quotidiana deve
impegnare la Provinciale Sant'Agata-Durazzano.
Carreggiata
inadeguata, manutenzione prossima allo zero. E la necessità di
interventi che, quanto meno, possano limitare le condizioni di
rischio.
Le ultime serate di tempo avverso hanno esaltato le
criticità fisiologiche che si riscontrano lungo i cinque chilometri
circa della tratta. Dai fondi troppo prossimi alla carreggiata
propendono rami spezzati dalle folate di vento ed il fango, in più
punti, ha finito per tracimare sull'asfalto rendendo ancora più
complicata l'aderenza.
I problemi, come più volte affermato, sono di
due tipi. Da una parte vi è una questione strutturale: la
Provinciale, infatti, in alcuni punti è assolutamente angusta,
talmente stretta da rendere al millimetro l'incrocio tra due mezzi.
Se, tuttavia, questo limite è difficilmente aggirabile se non
attraverso azioni di allargamento della carreggiata che paiono essere
impraticabili per questioni burocratiche e tecniche, si potrebbe e si
dovrebbe intervenire – seconda tipologia di problema – sul
discorso manutentivo. Invitando i proprietari dei terreni adiacenti
ad adoperarsi nella manutenzione della vegetazione, nella regimazione
delle acque dei fondi.
Su questo il gestore (Provincia di Benevento) deve insistere, non
temendo di intraprendere la strada dell'azione in danno essendo
assolutamente prioritario l'interesse della sicurezza. Per il resto si
potrebbe lavorare su interventi di posizione della pubblica
illuminazione – che è del tutto mancante. E, se non è chiedere
troppo, anche sulla predisposizione di deterrenti alla velocità.
Perchè, ora come ora, questa tratta è un terno al lotto. Feriti e,
purtroppo, anche morti non sono mancati: cos'altro bisogna attendere
per smuovere le coscienze?
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