Lubrano denuncia "Chiesa di San Francesco abbandonata"


Sannio Quotidiano

Lo stato di degrado della chiesa di San Francesco, l’abbandono in cui la stessa versa da molto tempo. Ed i conseguenti danni che si ripercuotono sulle opere artistiche che in essa giacciono”.

E' questo il contenuto di una nota che, poche ore prima della caduta dell'Amministrazione comunale, il Presidente della Pro loco Claudio Lubrano aveva inviato al sindaco Piccoli.

 Un documento nel quale si sottolineavano, quali fattori di nocumento delle opere, aspetti quali “l’incuria, la chiusura sistematica, l’aria umida stagnante che in essa persiste considerata l’assenza di aperture regolari del monumento”.  

Lubrano, giustamente, sottolinea i tempi d'oro durante i quali la struttura ecclesiastica era gestita dalla associazione dallo stesso presieduta. Sempre aperta, assistita, presidiata, viva, in perpetuo movimento.

 Prima di essergli “sottratta”, durante la sindacatura valentiniana, per motivi che non sono mai apparsi chiari... “La chiesa di San Francesco – viene, al riguardo, spiegato - è stata gestita per un decennio da questa Pro Loco e, senza nemmeno un centesimo del Comune, nel tempo sono state restaurate sette tele settecentesche, riportato in vita l’organo a canne del ‘700, risanata la cantoria, restaurato il coro ligneo nella zona absidale, bonificata la cripta con gli scolatoi francescani, restaurata la sacrestia ed allestita in essa la mostra permanente con opere di Armando De Stefano, patrimonio di questa Pro Loco, realizzato l’impianto di allarme e di videosorveglianza, realizzato e posizionato in una delle paraste il prezioso bassorilievo in marmo di Croazia di Sisto V”.

 Ed, ancora, grazie all'impegno prolochino, la cellula archeologica, il ritorno della lapide di Madelgrima.

 “La stessa chiesa – afferma giustamente il vertice del sodalizio - con le successive mostre allestite da questa Pro loco e le qualificate e numerose manifestazioni realizzate, era diventato il centro dell’interesse culturale e artistico della nostra città. La regolare apertura curata dalla Pro Loco che disponeva, come tuttora dispone di giovani volontari del Servizio civile universale, ne garantiva poi la completa fruibilità ai visitatori che ne potevano godere tutti i giorni e nei fine settimana in orari protratti fino alle ore 24. Ma tutto ciò non è servito a fermare – incalza Lubrano - la politica locale”.

 Che ebbe, come detto, a revocare la convenzione fra Pro Loco e Comune “che per dieci anni aveva consentito a questa associazione prima di riportare il monumento al suo massimo splendore e poi di promuoverlo e farlo conoscere con visite guidate a migliaia di turisti”. “I risultati di questa politica scellerata? - incalza il presidente della Pro loco - Cellula archeologica sparita, lapide di Madelgrima fatta ritornare ignobilmente nei depositi sotterranei del Museo archeologico nazionale di Napoli, mostra di De Stefano chiusa da tempo immemore, organo a canne lasciato senza manutenzione con danni notevoli, infiltrazioni dall’esterno sul muro perimetrale della chiesa con danni all’interno al ciclo di affreschi del Giaquinto, probabili danni e da verificare alle opere pittoriche lasciate senza areazione in un ambiente notoriamente umido come quello della chiesa”. Lubrano, inoltre, afferma di riservarsi “l’intervento delle autorità competenti ai fini di verificare danni arrecati alle opere giacenti nella chiesa ed eventuali responsabilità”.

 Alla ex sindaco Piccoli la richiesta, che ovviamente non potrà essere più dalla stessa valutata, di poter ripristinare l'antica convenzione.
 Vi provvederà la prossima fascia tricolore?


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