Piccoli, dopo mesi la risposta: siluri a Valentino



 Dichiarazioni avv. Giovannina Piccoli

Poco più di un anno fa mi sono presentata a tutta la città come candidato Sindaco. 

I cittadini santagatesi avevano creduto che io potessi rappresentare nuove istanze, che, come donna, potessi dare risposte alla collettività con un approccio diverso. Ed anche io ho creduto di poter essere funzionale ad una strategia nuova. 

Un nuovo approccio che partisse da una consapevolezza: il dissesto aveva mutato le modalità di gestione della cosa pubblica e quindi anche la squadra di governo doveva guardare a queste mutate situazioni con responsabilità ed attenzione.

Ma a soli 365 giorni dalla mia elezione, la stessa squadra che mi aveva indicata come Sindaco, ha ritenuto, dopo una “attenta valutazione”, di quanto prodotto in undici mesi, che io dovessi andare via, che non fossi più funzionale alle volontà della maggioranza.

Io ancora oggi non ho trovato risposte politiche e amministrative serie ad una simile azione.

Per me quella notte si è solo consumato un oltraggio alle istituzioni democratiche, senza la minima attenzione alla volontà di quel popolo di cui oggi i candidati della lista avversaria si riempiono la bocca, un popolo che trattano come un’entità astratta e non come invece un’entità fatta di persone, di aspettative, di speranze.

L’eterno candidato Sindaco, Carmine Valentino, dice che non poteva più sopportare l’immobilismo amministrativo, di cui io sarei stata la causa. 

Io allora mi chiedo: dov’era la Giunta? Quella Giunta composta dai soggetti indicati direttamente dalla maggioranza? Quali proposte e iniziative sono state portate in Giunta e non votate? Dov’erano gli assessori ai quali avevo delegato funzioni e compiti? 

E, soprattutto, se la valutazione dell’azione amministrativa messa in campo da quell’esecutivo e dal Sindaco non era così attrattiva di consensi elettorali, perché non si è mai proposto un rimpasto della Giunta, per dare un impulso più efficace? C’erano tanti altri consiglieri pronti a scendere in campo con le loro indubbie capacità, che non si capisce perché uccidere un’amministrazione, senza fare nessun tentativo di qualsiasi genere per conservarla.

Ma a guardare bene, l’unica cosa che è cambiata in quella maggioranza che si è auto-sfiduciata e che oggi si ripresenta è solo il candidato Sindaco. Gli stessi componenti della Giunta dimessasi e riconosciutasi incapace di governare, stanno ancora beatamente là a richiedere, come se nulla fosse successo, la fiducia e i voti al Popolo. 

Ritornando al fantomatico immobilismo. Ho gestito l’emergenza con dedizione, attenzione, anticipando addirittura i provvedimenti regionali, e questo me lo sta riconoscendo il popolo che ho incontrato in questi giorni al quale devo tutta la mia riconoscenza per la stima che mi sta dimostrando.

Quando, a maggio 2019, il candidato sindaco della lista avversaria, allora primo cittadino, mi ha consegnato il comune, l’anticipazione di tesoreria – cioè i soldi che la banca tesoriere aveva prestato all’Ente con tanto di interessi passivi – era di ben 960.000 euro. Quando a maggio 2020 io ho consegnato il Comune al Commissario Prefettizio, l’anticipazione di tesoreria era di euro ZERO. E questo significa che in un anno scarso ho azzerato il prestito e fatto risparmiare al Comune, e quindi a tutti noi cittadini, un bel po' di soldi per interessi sul prestito.

E voglio parlare anche del giudizio in appello per Fossa delle Nevi. Mi si accusa di non essermi costituita in giudizio. Ebbene, avremmo pagato 2.000 euro di parcella inutilmente, poiché la nostra costituzione in giudizio era perfettamente ininfluente, considerata la presenza di altri tre sindaci. Io a quei 2.000 euro ho aggiunto altre somme e le ho utilizzate, come deve fare un buon amministratore, per rimborsare il costo del trasporto scolastico alle famiglie meno abbienti.

Ed infine, già l’anno scorso nel programma di mandato presentai i finanziamenti delle opere pubbliche di cui si continua a parlare. Opere molto importanti per questa città, opere finanziate e che non sono state ancora appaltate, nonostante la scelta della piattaforma che può fare le gare. Parliamo di 2 milioni e 400 mila euro per la rigenerazione urbana del deposito pullman; 2 milioni e 300 mila euro per risanamento Fagnano; 3 milioni per l’ultimazione dei lavori ai costoni; poco più di 2 milioni per la ristrutturazione dell’ex Banco di Napoli.

Invito tutti a leggere bene questi numeri perché è in questi numeri, in questa somma, che forse si annida la ragione vera della fine della mia sindacatura. Non altrove.

Commenti

Posta un commento