Sant'Agata, dissesto: Ciervo respinge le accuse di “Dei Goti”

Sannio Quotidiano Lunedi 7 Settembre 2020

“Stando alle dichiarazioni degli amministratori uscenti, il dissesto del Comune di Sant’Agata de’ Goti, dichiarato nel 2019, sarebbe stato causato da scelte amministrative risalenti a ben dieci- quindici anni prima”.
Alfonso Ciervo, già sindaco di Sant'Agata de' Goti, interviene per “smontare” la “tattica” comunicativa della lista “Dei Goti” che, in pratica, punta a “scaricare” nella fase ante 2009 le radici del disastro finanziario conclamatosi – con il default – ai principi del corrente anno.
“Per giustificare un siffatto assunto – incalza Ciervo - si richiamano i mutui contratti dall’Amministrazione precedente tra il 2004 e il 2009. Ebbene, parte di quei mutui fu contratta ai sensi della legge regionale 51/78 ed è a totale carico della Regione.
Quelli non coperti dalla Regione sono stati regolarmente contratti con la Cassa Depositi e Prestiti.
A ben riflettere, è proprio la concessione di quei mutui che dimostra la corretta gestione finanziaria dell’Ente.
All’epoca il Comune era ampiamente solvibile e aveva la capacità finanziaria di sostenere quei mutui. Tant’è che furono concessi perché la banca ebbe le necessarie garanzie.
Si aggiunga a ciò che a fronte di quei mutui ci sono oltre cento opere pubbliche che stanno sotto gli occhi di tutti.
Al centro: Porta San Marco, ristrutturazioni dell’ex Cinema Italia, di Palazzo San Francesco e Casa Mosera, pubblica illuminazione, riapertura via Ponte vecchio.
Nelle frazioni: opere di viabilità, elettrificazione, piazze, pubblica illuminazione, tratti di rete fognaria; interventi, questi ultimi, che colmavano le carenze di servizi sociali minimi ed essenziali per tanti santagatesi delle periferie.
Mai nella storia amministrativa di Sant’Agata sono state realizzate e ultimate, in così breve tempo, tante e tanto importanti opere pubbliche.
Quindi i soldi sono stati spesi bene, senza sperperi e per garantire servizi sociali che una città civile non poteva continuare a negare a tanti suoi cittadini.
Sarebbe invece il caso –
prosegue l'esponente di San Silvestro - che gli amministratori uscenti dessero conto dei debiti da loro accumulati in questi dieci anni.
In particolare dovrebbero spiegare perché hanno dovuto contrarre tre mutui per un totale di oltre sei milioni, impiegati non per opere pubbliche ma per finanziare la spesa corrente.
Dovrebbero spiegare anche perché, per circa dieci anni, hanno occultato debiti pari a oltre 5 milioni e mezzo, e li hanno inseriti nei bilanci solo nel 2018 a seguito dell’intervento della Corte dei conti, che ha evidenziato la inattendibilità dei bilanci comunali.
Va, infine, sottolineato che dagli accertamenti dei Commissari liquidatori il debito residuo è di circa 8 milioni (e l’accertamento è tuttora in corso) e non di 5,5 milioni, come  dichiarato in bilancio. Un’ultima considerazione.
L’opposizione è stata accusata di voler rinnegare il voto espresso in Consiglio comunale a favore del piano di riequilibrio pre-dissesto.
Nessuno rinnega quel voto, anzi si ribadisce ciò che fu a suo tempo affermato: quel voto fu un atto di grande  responsabilità, finalizzato ad evitare alla città la vergogna del dissesto.
Che poi a sostegno di quel piano di riequilibrio ci fossero atti contabili inattendibili, come ha dimostrato la Corte dei Conti, questa è responsabilità esclusiva degli amministratori uscenti, tant’ è che il piano non è stato accolto e hanno dovuto comunque dichiarare il dissesto nel febbraio del 2019. Chiunque è libero di raccontare favole e noi non vorremmo privare nessuno di questo piacere.
Resta da vedere se i santagatesi
– la conclusione di Ciervo - credono ancora al Lupo mannaro.
Ma per questo basterà attendere il risultato elettorale.”

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