Solo 17 medici e l'emergenza Covid: gli affanni del Sant'Alfonso


Sannio Quotidiano 3 Novembre 2020 
Il Sant'Alfonso Maria de' Liguori riuscirà a reggere la “botta” della fase acuta dell'emergenza? L'interrogativo che pende sul sistema sanitario nella sua globalità, rispetto all'evento Covid, diviene ancora più attuale e “stringente” in relazione al plesso di contrada San Pietro.
La campanellina dell'allarme è già suonata nella serata di domenica allorquando dal “Rummo” di Benevento era venuta l'indicazione al 118 di non trasportare emergenze, che non fossero riconducibili a ipotesi Covid, nella struttura del Capoluogo.
Sebbene il “lockdown” del “Rummo” si sia protratto per sole alcune ore, si è cristallizzata una situazione, uno scenario che potrebbe riproporsi anche in futuro.
Tanto più perchè la curva sta salendo e, come da epidemiologi, siamo ancora lontani dal picco.
Ebbene, solo per qualche ora, domenica sera, tutte le emergenze che non fossero Covid dovevano essere dirottate verso il “Fatebenefratelli” o, ancora, verso l'ospedale saticulano.
Ripetiamo: dovesse ripresentarsi medesima situazione, magari per un lasso temporale più esteso, il “Sant'Alfonso” sarebbe pronto per la situazione emergenziale?

Ora come ora, il nosocomio di contrada San Pietro è tutto compattato, nei suoi reparti in funzione, nella metà di un piano. Quella del primo.
L'altra metà del primo e gli interi secondo e terzo piano sono vuoti.
Alcune unità di personale sono state dirottate, come già narrato, al Rummo proprio per fronteggiare l'emergenza Covid.
Ora come ora, da nostre stime, vi sono in forza alla struttura diciassette medici (dei quali cinque anestesisti rianimatori, sei di Medicina generale, un ortopedico, quattro chirurghi, uno in organico al Ps) – a questi si sommino i radiologi che vengono da Benevento.
Quindi una trentina di infermieri.
Numeri non proprio ciclopici. 

Potranno bastare qualora, a fronte di un eventuale nuovo black out del Ps beneventano, si riverserebbero le altre criticità tutte a Sant'Agata de' Goti (nonché sul Fatebenefratelli)?
L'imperativo, l'auspicio è uno: plus di personale.
I rinforzi garantiti, come da non troppo remote uscite, non sono ancora giunti.
Un ospedale già ora in affanno non potrà rispondere a futuri, malaugurati ma non improbabili scenari. Al netto, sia chiaro, della professionalità e della abnegazione di quanti vi operano.
Si agisca ora. Perchè, forse, vi è ancora tempo – sebbene non troppo - per intervenire. 

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