Da Durazzano al gotha della cucina: la storia di Lorenzo Grasso

 


Sannio Quotidiano 23 Marzo 2021

Bamboccioni? Inseparabili da mamma e papà? Eterni figli di famiglia? Non sempre accade. A smontare lo stereotipo ci pensa (anche) un giovane durazzanese. Si tratta di Lorenzo Grasso, 23enne chef departite. E che chef. Il giovane durazzanese, infatti, lavora da quasi due anni presso una delle massime eccellenze gastronomiche in essere sul panorama continentale. Si tratta del Water Side Inn, “mecca” culinaria – sita a Bray, Regno Unito - che da ben 26 anni vanta tre stelle Michelin. Il massimo del massimo, per dirla breve. Una sorta di olimpo dei fornelli laddove, di situazioni analoghe, se ne possono contare – in ambito europeo – sulle dita di mezza mano. E non è una esagerazione. Da Durazzano, quindi, proiettato nel firmamento delle star della cucina. Armato di tanta voglia di apprendere e crescere. Mentalità, spirito di sacrificio. Dal Sannio per ritrovarsi a lavorare, gomito a gomito, con Alan Roux – il titolare – figlio di Michel Roux. Cucina francese trapiantata nel cuore dell'Inghilterra. Lorenzo si diploma all'Artrusi, scuola alberghiera con sede a Durazzano e Sant'Agata de' Goti. Ma già durante gli studi, tra un laboratorio e i libri, il ragazzo non disdegna di formarsi on the job. E' ancora al quarto anno di Superiori quando parte per uno stage a Pesaro mentre l'anno successivo analoga esperienza la vive a Rimini. Ma non mancano momenti presso attività ristorative locali della sua Durazzano, Centro che pure vanta una bella esperienza nel settore ristorativo-cerimonie. Nonchè a Capua dove, presso attività del luogo, ebbe la possibilità di formare un duetto tutto made in Durazzano con un altro talentino dei fornelli quale Luciano Vigliotti. Poi il grande salto. Destinazione inglese “Vi resterò per almeno altri cinque, sei anni. E' un momento di grande formazione dal punto di vista umano, privato e, ovviamente professionale. La cucina? - si domanda Grasso – Sicuramente l'ancora della tradizione deve restare salda ma, allo stesso tempo, si deve guardare, in chiave di crescita e di “cultura”, anche alle altre scuole. Per il resto – insite il medesimo - costanza e tempo sono doti essenziali. Ma non solo in questo campo”. Titoli di coda e doverosi ringraziamenti “Devo esprimere gratitudine alla mia famiglia che mi ha dato la possibilità di formarmi e di poter andare altrove. Ma penso ai tanti chef che sono stati e che sono al mio fianco e che mi stanno aiutando a capire questo mondo”

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