Durazzano, il fenomeno del "camino selvaggio"

 Sannio Quotidiano 6 Marzo 2021



Un odore acre aleggia sul territorio di Durazzano. Roghi tossici, esalazioni fognarie? Nulla di tutto questo. Principale imputato, infatti, sarebbe il “camino selvaggio”. Ebbene si. Sembrerebbe, infatti, che qualcuno, per riscaldarsi e, allo stesso tempo, smaltire rifiuti, infilerebbe nei camini materiali che non sarebbero propri ed adeguati. Il tutto con la conseguenza di spargere nell'atmosfera un'aria pesante ed a tratti irrespirabile. “A seguito dell’ennesima serata nella quale si è registrata sul nostro territorio la diffusione di un cattivo odore – spiegano dal Comune di Durazzano - certi che esso sia stato generato dall’uso di materiale improprio per l’accensione di camini, rendiamo noto che da stasera (ieri per chi legge, n.d.r.) i controlli saranno più stringenti anche con l’ausilio del drone e la segnalazione alle Autorità competenti di eventuali trasgressori. Si ricorda che è fatto divieto l’utilizzo di plastica ed altri derivati del petrolio, nonché della lana ed di tutti i tessuti in generale, come combustibile da riscaldamento”. Fin qui dall'Ente sannita. Il sospetto principale cade, come si legge nella breve nota comunale, su materiali di lana, molto lavorati nelle case durazzanesi, le cui rimanenze verrebbero gettate nel fuoco – come prima accennato – un po' per ravvivare la fiamma, un po' per liberarsi degli scarti. Utile e dilettevole ma anche potenziale rischio per la salute. Per gli inquilini medesimi, che rischiano di intossicarsi. Senza dimenticare la percezione descritta molto fastidiosa e pungente. Il fenomeno sarebbe circoscritto all'area del Centro storico. I droni, quindi, potrebbero cogliere dall'alto anomali fuoriuscite di fumo – quelle dal colore scuro, ad esempio. Incrociando le immagini dall'alto col lavoro dal basso, quindi, si potrebbe riuscire a circoscrivere in modo abbastanza preciso il trasgressore. Di tutto, di più.

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