Ospedale Sant'Alfonso, è calato il silenzio: cosa sta succedendo?


Sannio Quotidiano Domenica 25 Aprile 2021

Ospedale di Sant'Agata de' Goti, quando il silenzio preoccupa.
Da mesi, ormai, l'emergenza Covid, con relativo monopolio conquistato nella chiacchiera collettiva, pare aver mandato in terza classe, se non in naftalina, la questione Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Ebbene si, perchè dell'ospedale santagatese, ormai, non se ne parla più.
Ne' presso le sedi delle Istituzioni, né presso quelle dell'opinione pubblica.
Disinteresse, rassegnazione o erronea percezione che sia tutto ok.
Sta il fatto che un velo di silenzio è calato, ormai, sulla struttura sanitaria di Sant'Agata de' Goti.
Ed il silenzio, in queste circostanze, non è mai da considerarsi un buon alleato.

Ebbene si, perchè i promessi rinforzi di personale che furono sbandierati un bel pò di mesi or sono...non sono mai arrivati. Anzi.
Nel frattempo si è assistito anche ad un compattamento di reparti nel primo livello dell'edificio, lasciando spettralmente sgomberi gli alti due superiori.
Perchè? Perchè il personale è poco e concentrare i reparti in un unico piano rende più efficiente e semplice la gestione da parte di chi in servizio.
Che, si ribadisce, continua ad operare in modo egregio. Ma in forte affanno.
Non è, tuttavia, solo questione di quello che si attendeva arrivare e che, al momento, non è ancora giunto.
Insistenti sono pure le voci rispetto ad un prossimo, possibile depotenziamento del personale preposto alla Terapia intensiva – vedasi alla voce anestesisti.
E questo passaggio determinerebbe, a cascata, una serie di conseguenze poco gradevoli perchè un'eventuale penuria di siffatta professionalità metterebbe in affanno la Terapia intensiva e depotenzierebbe, di fatto, le prestazioni del Pronto soccorso.
Intanto, nel silenzio generale (a quando una prossima Assemblea dei sindaci?), si procede a vista senza una particolare prospettiva.
La sensazione sempre più forte è che quello saticulano venga sempre più percepito come un doppione di altri plessi più grandi e rinomati.
E questa condizione è pericolosa.
Si guarda con fiducia al Recovery Plan: se è vero che il “Sant'Alfonso” rappresenta una priorità nell'ambito delle strategie sanitarie regionali, certamente si vedrà destinato qualche spicciolo di quel tesoretto.
Magari investendo in un discorso di “specializzazione”, di “settorializzazione” che appare essere l'unica via di uscita dal tunnel in cui pare essersi ficcata la nostra struttura ospedaliera.    

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