Sant'Agata, Ospedale spettrale: che succede?


(Sannio Quotidiano Venerdì 6 Agosto 2021)

Doveva essere un ospedale gioiello, una perla in termini di assistenza nel cuore dell'entroterra campano. 

Doveva ma non è, almeno non ancora. 

Ora come ora il Sant'Alfonso Maria de' Liguori (o San Pio, se più vi piace) è più vicino ad essere una cattedrale nel deserto che non un punto di riferimento per la Sanità locale. 

E non temiamo smentite. 

Piani interi vuoti, letti privi anche dei materassi. 

Quanti hanno recentemente fatto visita alla struttura, nel suo interno, per motivi personali, ci descrivono un ospedale (quasi) fantasma. 

Stanze, corridoi, livelli interi spopolati di pazienti e di medici. Ma quali sono i numeri attuali dell'ospedale di contrada San Pietro? 

Ora come ora, l'organico si compone di appena 14 medici, oltre ad un quindicesimo (urologo) giunto in una sorta di rinforzo. 

In questo organico anche quattro anestesisti, uno dei quali, però, lascerà presto la struttura destinazione Puglia. 

Un solo anestesista in servizio per turno: vuol dire che se dovesse palesarsi una doppia necessità, il professionista dovrà specializzarsi anche in ubiquità. Tutti i reparti, ancora (Medicina, Riabilitazione, Ortopedia, Chirurgia) sono compattati su una metà di un piano (il primo). 

Il resto desolatamente e spettralmente immerso nel nulla. A conti fatti, quindi, in questo momento, il Sant'Alfonso ha un potenziale di 33-34 letti, solo alcuni dei quali occupati (probabilmente nell'ordine di non più di 20-25). 

Il problema? Non certo la struttura, bella, ampia e moderna. 

Non certo le dotazioni (anche se, come pare, la Tac è stata rotta per complessivi sette mesi nell'ultimo anno...), non certo la qualità dei professionisti che vi operano. 

Il problema è il numero del personale operante: troppo poco, troppo esiguo. 

Servono assunzioni, servono assunzioni, si devono dare al Sant'Alfonso le unità di personale mediche e non che erano state più volte promesse e garantite. 

Senza forza lavoro, non si cantano messe. 

La Terapia intensiva? Solo per i pazienti Covid. 

Ed il Pronto soccorso? In buona sostanza, se si sospetta un malanno grave conviene andare direttamente altrove (la già menzionata Tac, a quanto pare, non è ancora funzionante e la Rianimazione, come detto, non è per pazienti extra Covid). 

E, inoltre, dopo le 20 l'ambulanza non staziona sempre stabilmente all'esterno del Sant'Alfonso ma, in caso di emergenza, non è escludibile che il personale (reperibile) debba essere prima allertato. 

Il Pronto soccorso, ancora: in più di una notte, in questo mese di agosto, il medico in servizio al Ps deve dividersi anche con il reparto. Inutile prendersi per i fondelli: l'ospedale, se non si spezza questa inerzia, va verso la chiusura. 

Una parola che, però, nessuno – ufficialmente – mai pronuncerà. Altrove le fasce tricolori del territorio sarebbero già incatenate ai cancelli

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