Due generazioni distanti appartenenti, di fatto, a epoche diverse.
L’uno trentenne che progetta la sua vita, l’altro che della sua vita ha fatto un libro meraviglioso.
L’uno passato per guerre e le sue difficoltà, l’altro che, al pari dei suoi coetanei, ha il privilegio di vivere tempi facili – ma non per questo migliori.
Cos’hanno in comune oltre al fatto di essere entrambi caudini?
L’amore per la bicicletta.
Da un lato Arcangelo Bove, novantasei candeline, campionissimo della due ruote degli anni Cinquanta, centoventi vittorie tra i dilettanti con esperienze anche nel professionismo; E, dall’altro, invece, c’è il moianese Mirco Maglione, che vede nel suo dna scolpiti cromosomi dalla forma di raggi e catene.
Per tutti “il restauratore di biciclette”.
Non, quindi, un semplice meccanico, non il semplice titolare di una officina dove si effettuano le comuni riparazioni.
Ma una persona visceralmente innamorata delle due ruote, in particolare di quelle più datate, che ama restituire ad esse nuova vita così come nuova vita e fruibilità si possono restituire ad un mobile d'antiquariato o ad una vecchia tela.
E da diverso tempo il bravo Mirco, che è un gran lavoratore e ha la sua brava bottega a Moiano, aveva espresso il desiderio di incontrare quel campione di mezzo secolo fa, del paese appena vicino, che si misurò con onore con grandissimi come Coppi e Bartali e che, fino ad una manciata di anni addietro, già superati i novanta, ancora si concedeva la sua quotidiana passeggiata sulla rotta Airola-Frasso Telesino-Airola.
Tanto tuonò che piovve.
Dopo attività di intelligence e di appostamenti, il nostro Mirco ha scovato l’arzillo vecchietto in un bar di Airola dove il medesimo, puntualmente tirato a lucido ed impeccabile, si reca quotidianamente per immergersi nei quotidiani e concedersi il suo caffè mattutino.
Un sorriso largo e sincero, come nonno Arcangelo sa concedere, e tanto di foto ricordo ad immortalare il momento.
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