In carcere per la morte di Ciccio, nuovi guai per Lubrano

Detenzione di sostanze stupefacenti in carcere. 

È questa l'ipotesi che grava su Filippo Lubrano, quarantunenne di Sant'Agata de' Goti attualmente ristretto presso la struttura detentiva di Capodimonte di Benevento.

 Lubrano, come si ricorda, sta scontando una misura carceraria in relazione alla condanna ad anni 10 per l'omicidio preterintenzionale di Francesco Ciervo, 69 anni, pure lui santagatese. 

Ma andiamo con ordine.

 L'uomo, nello specifico, è stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini dal momento che si è ritenuto da parte degli inquirenti carcerari che il medesimo abbia occultato circa 90 grammi di hashish in un incavo del cancello di sbarramento delle scale detenuti sito al primo piano della struttura, punto che non sarebbe guardato da videosorveglianza. 

Difeso dall'avvocato Antonio Biscardi, Lubrano, autorizzato ai lavori esterni nella struttura, avrebbe ricevuto i due panetti per poi nasconderli all'interno dell'edificio. Quanto alla vicenda dell'omicidio, la Corte di Cassazione aveva confermato, nel Marzo del 2021, la sentenza di condanna che già era venuta dal secondo grado, in data 26 Settembre 2018, e quella di primo grado del mese di Ottobre del 2016 del Tribunale di Benevento. 

I fatti, come si ricorda, risalgono al primo giorno di Agosto dell'anno 2015 allorquando, come da ricostruzione che fu fatta dagli inquirenti, Lubrano avrebbe sferrato uno schiaffo all'anziano "Ciccio il parcheggiatore" per un litigio relativo alla gestione del parcheggio della piazza ex campo sportivo nei giorni della festa in svolgimento del Patrono Sant'Alfonso. Ricevuto il colpo, il povero Ciccio era piombato al suolo battendo violentemente la testa. 

E proprio "tre fratture nella zona occipitale", così la ricostruzione del medico legale Monica Fonzo, sarebbero state la causa della morte subentrata il giorno successivo, 2 Agosto, presso il San Sebastiano di Caserta. 

Il 4 Agosto, invece, Lubrano era stato fermato con il medesimo che, dopo tredici giorni, aveva visto ridimensionatola la pena in quella dei domiciliari, poi ulteriormente tramutata in obbligo di firma. 

Quindi il via del processo come la triplice speculare condanna a dieci anni di carcere. 

Ed ora il concreto rischio di nuovi guai.


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